Per Boomers e Millennials Barbie è stata una confidente silenziosa, un’amica per nulla invadente che ascoltava senza fare domande inopportune e dare consigli non richiesti. Da qualche anno le cose stanno diversamente, con buona pace della nostra privacy.

Dopo quasi 60 anni dalla prima Barbie, durante i quali il giocattolo preferito dalle bambine di tutto il mondo si è dimostrato sempre più inclusivo, è arrivata “Hello Barbie”, la Barbie… “con il cervello”: lanciata sul mercato nel 2015, grazie a un sistema di intelligenza artificiale, è capace di intrattenere una vera e propria conversazione, rispondendo alle domande dei bambini e incalzandoli a propria volta.

Quando il bambino parla con la bambola un microfono registra il messaggio, e, tramite Wi-Fi, i suoni vengono inviati ai server di un’azienda specializzata in intelligenza artificiale, che elabora la risposta corretta tra una serie di frasi preimpostate.

Il problema è che i dialoghi tra i bambini e Barbie sono archiviati in cloud. Insomma, la bambola bionda ha smesso di essere una confidente silenziosa e si è trasformata in una spia, che parla, ascolta e registra tutto.

Gli smart toys sono sicuri?

Barbie, ma anche robot, peluches e giochi didattici capaci di interagire (tramite microfoni, fotocamere e sistemi di localizzazione) con le persone e con l’ambiente circostante connettendosi alla rete: gli smart toys sono ormai entrati a far parte del tempo libero e dell’istruzione dei nostri bambini. Questi strumenti li aiutano a sviluppare le abilità necessarie per affrontare il mondo contemporaneo, costantemente connesso, ma sono sicuri?

Come denunciato dal The Guardian e dal Corriere della Sera proprio all’indomani del lancio di Hello Barbie sul mercato, i giochi smart pongono seri problemi di privacy.

Barbie “ficcanaso”, ponendo domande sugli interessi e sulle abitudini dei bambini e delle loro famiglie, è stata tacciata di essere un pericoloso strumento di marketing, in grado di profilare le risposte registrate e consentirne l’utilizzo a scopi commerciali.

Lo stesso problema si pone per altri smart toys, in modo particolare per quelli dotati di sistemi di geolocalizzazione, che possono addirittura consentire a malintenzionati di collegarsi al giocattolo tramite smartphone e ascoltare quello che viene detto nelle vicinanze.

Proprio questo pericolo ha indotto le Autorità tedesche a ritirare dal mercato la bambola Cayla, dotata di un microfono collegabile via Bluetooth con qualsiasi smartphone nel raggio di 10 metri, con evidenti pericoli per la sicurezza dei più piccoli e delle loro famiglie.

L’intento nobile di stimolare l’intelligenza dei bambini sembra sbiadirsi di fronte ad una incontrollabile e subdola aggressione alla privacy.

Il vademecum del garante privacy per smart toys sicuri

A fronte di tali rischi, il Garante per la protezione dei dati personali ha diffuso alcune semplici regole da seguire per fare sì che i bimbi si divertano e apprendano in piena sicurezza anche con gli smart toys.

Regola n. 1: comprendiamo quali informazioni vengono raccolte

E’ importante leggere attentamente l’informativa sul trattamento dei dati personali acquisiti, per comprendere quali informazioni saranno raccolte dagli smart toys e come potrebbero essere utilizzate.

Regola n. 2: limitiamo le informazioni fornite agli smart toys

Il Garante Privacy consiglia di limitare la possibilità di raccolta e memorizzazione di dati da parte degli smart toys, disattivando strumenti invasivi come la geolocalizzazione. E’, inoltre, opportuno negare autorizzazioni se non strettamente necessarie per il funzionamento del giocattolo.

Il Garante Privacy ricorda che gli smart toys sono connessi tra loro, con il pericolo che la diffusione di informazioni personali risulti amplificata.

Regola n. 3: impostiamo password sicure

Se il sistema operativo dello smart toy prevede delle impostazioni privacy, è necessario regolarle al livello più alto di protezione. E’, inoltre, opportuno impostare password di accesso sicure per la connessione a Internet dello smart toy e attivare sistemi di protezione antivirus.

Regola n. 4: spegniamo gli smart toys quando non li usiamo

Il Garante Privacy invita a spegnere gli smart toys e a disconnetterli dalla rete quando non li usiamo. In questo modo si limitano l’acquisizione e la trasmissione di dati personali.

Regola n. 5: condividiamo…ma non troppo

Talvolta gli smart toys consentono di condividere sui social foto e video. In tal caso, attiviamo tutte le limitazioni necessarie per evitare che i nostri bambini si connettano ai social e cerchiamo di controllare l’uso che fanno degli smart toys. Per citare la campagna informativa lanciata proprio dal Garante Privacy in collaborazione con il Telefono Azzurro, “se non ha l’età, i social possono attendere“!

Regola n. 6: se regali il giocattolo, cancella i dati registrati

Quando decidiamo di regalare o di gettare via uno smart toy, il Garante Privacy consiglia di cancellare tutti i dati personali registrati ed eventuali account personali creati per connetterlo online.

Gli smart toys sono una risorsa: sfruttiamola in maniera positiva!

L’evoluzione tecnologica non deve essere demonizzata, nemmeno quando si tratta di smart toys utilizzati dai minori. Proteggere i nostri bambini non significa doverli per forza allontanare da strumenti che costituiscono un’importante esperienza di apprendimento e divertimento.

Gli smart toys sono una risorsa, purché siano resi sicuri osservando semplici accorgimenti. Solo una gestione consapevole può rendere felici i bambini…e i genitori!