Si dice che già nel 1931 Winston Churchill ritenesse illogico “allevare un pollo intero per poi mangiarne solo il petto o le ali”: il futuro doveva portare con sé il modo di far crescere separatamente queste due parti. Negli ultimi anni la necessità di trovare risposte alla crisi energetica, alla crisi ambientale e a problemi economici ed etici collegati all’allevamento intensivo tradizionale hanno catalizzato la ricerca scientifica sulla produzione di carne sintetica, fatta in laboratorio.

Stando ad uno studio condotto dall’Università di Oxford, la produzione di carne sintetica, o “cultured meat”, potrebbe portare a consumare dal 7 al 45% in meno di energia, ridurre la produzione di gas serra del 78-96%, utilizzare meno terreno nella misura del 99% e limitare l’impiego dell’acqua del 82-96%. Non mancano però le opinioni contrarie. Ad esempio, a dicembre 2022 la Coldiretti ha promosso una raccolta firme per fermare “questa pericolosa deriva” che danneggerebbe il Made in Italy.

Ma è davvero possibile mangiarla? E soprattutto, è legale produrre carne sintetica (o per meglio dire, coltivarla)?

Per quanto riguarda l’Italia la risposta attualmente è NO. Tuttavia, come vedremo, il motivo non è il chiacchierato divieto recentemente comunicato dal Governo e dal Ministro dell’Agricoltura, che non è neppure in vigore. Per capire perché la carne sintetica ad oggi non è ancora legale è necessario fare un passo indietro, e partire dalla legislazione dell’Unione Europea.

Quali sono le norme europee sulla carne sintetica?

Per poter immettere un nuovo prodotto alimentare nel mercato europeo, il produttore deve ottenere l’approvazione da parte dell’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA).

Stando a quanto pubblicato nella pagina ufficiale dell’EFSA, ad oggi nessuna azienda ha ancora richiesto l’autorizzazione a commercializzare della carne sintetica coltivata in laboratorio. Tuttavia, visto il trend degli ultimi mesi, è ragionevole aspettarsi che ciò accada molto presto.

D’altronde lo stesso portavoce della Commissione Europea, Stefan De Keersmaecker, ha dichiarato che potrebbe arrivare l’ok al cibo prodotto in laboratorio, purché rispetti gli standard nutrizionali previsti dalla normativa europea. Ed infatti è già al vaglio dell’EFSA una richiesta di parere scientifico sull’opportunità e la sicurezza della commercializzazione delle cellule coltivate di mela.

Cosa dovrebbe fare un’azienda per immettere carne sintetica o un altro nuovo alimento nel mercato dell’UE?

La procedura di immissione di un nuovo alimento nel mercato unico inizia con la domanda presentata dalla società produttrice alla Commissione Europea, completa di tutte le informazioni richieste (art. 10 del Regolamento UE 2015/2283).

Gli step successivi possono essere così riassunti:

  • l’EFSA deve esprimere il proprio parere entro 9 mesi dalla ricezione della domanda;
  • nell’effettuare le proprie valutazioni, l’Autorità europea deve verificare che “a) la sicurezza del nuovo alimento in esame è pari a quella degli alimenti che rientrano in una categoria comparabile già presente sul mercato dell’Unione; b) la composizione del nuovo alimento e le condizioni d’uso non presentano un rischio di sicurezza per la salute umana nell’Unione; c) se un nuovo alimento destinato a sostituirne un altro non ne differisca in maniera tale da rendere il suo normale consumo svantaggioso per il consumatore sul piano nutrizionale”;
  • il parere viene trasmesso dalla Commissione Europea agli Stati membri e al richiedente;
  • entro 7 mesi dalla pubblicazione del parere, la Commissione presenta al Comitato permanente per le piante, gli animali, gli alimenti e i mangimi (art. 58, par. 1, Regolamento CE n. 178/2002) una proposta di atto di esecuzione, che autorizza l’immissione sul mercato del nuovo alimento e aggiorna l’elenco dell’Unione.

Di seguito lo schema di questi passaggi predisposto dall’EFSA.

carne sintetica legale application procedure for novel foods

Procedura per presentare all’EFSA la domanda di autorizzazione di nuovi prodotti alimentari (c.d. “novel foods”) – Fonte: https://www.efsa.europa.eu/sites/default/files/applications/apdeskapplworkflownutrinovel2018.pdf

L’Italia e il Disegno di Legge del Ministro Lollobrigida

Sebbene a livello europeo ancora non sia possibile commercializzare alimenti prodotti in laboratorio, il Governo italiano ha comunque preso posizione in materia dichiarando di essere fermamente deciso ad impedire che la carne sintetica arrivi sulle tavole degli italiani.

Il 28 febbraio 2023 il Governo italiano ha infatti comunicato di aver approvato, su proposta del Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida, un disegno di legge che introduce il divieto di produzione e di immissione sul mercato di alimenti e mangimi sintetici. Questo sulla scorta del principio di precauzione, in nome della tutela della salute umana e del patrimonio agroalimentare italiano.

In particolare, sarebbe vietato “…agli operatori del settore alimentare e agli operatori del settore dei mangimi, impiegare nella preparazione di alimenti, bevande e mangimi, vendere, detenere per vendere, importare, produrre per esportare, somministrare oppure distribuire per il consumo alimentare, alimenti o mangimi costituiti, isolati o prodotti a partire da colture cellulari o da tessuti derivanti da animali vertebrati”. Il divieto, pertanto, non opererebbe né con riguardo a vegetali coltivati in laboratorio, né ad invertebrati (il cui consumo, specialmente di grilli, è al centro di un altro dibattito).

In caso di trasgressioni sono previste le seguenti sanzioni:

  1. l’applicazione di sanzioni amministrative pecuniarie da un minimo di 10.000 € fino ad un massimo di 60.000 € (ovvero fino al 10% del fatturato totale annuo della società), oltre alla confisca del prodotto illecito;
  2. la chiusura dello stabilimento ed il divieto di accesso a contributi, finanziamenti o agevolazioni erogati dagli Enti Pubblici, dallo Stato o dall’Unione Europea per un periodo da 1 a 3 anni.

Tale divieto opera già?

NO, si tratta solo di una proposta formulata dal Governo, nell’esercizio del suo potere di iniziativa legislativa. Per poter diventare legge il testo dovrà essere approvato da entrambe le camere del Parlamento. L’organo legislativo italiano potrebbe anche decidere di apportare modifiche al disegno di legge così come presentato dal Ministro Lollobrigida oppure decidere di non approvarlo affatto.

Se entrasse in vigore, bloccherebbe anche le importazioni di carne sintetica da altri Paesi europei?

NO. Alla luce del principio di libera circolazione delle merci (art. 26 del TFUE), le aziende degli altri paesi europei potrebbero liberamente importare i propri prodotti a base di carne sintetica.

Ai sensi dell’art. 34 TFUE (Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea), l’unica possibile deroga a questo principio cardine è prevista per i “divieti o restrizioni (quantitativi e non qualitativi) all’importazione, all’esportazione e al transito giustificati da motivi di moralità pubblica, di ordine pubblico, di pubblica sicurezza, di tutela della salute e della vita delle persone e degli animali o di preservazione dei vegetali, di protezione del patrimonio artistico, storico o archeologico nazionale, o di tutela della proprietà industriale e commerciale”.

Di conseguenza, le aziende italiane non potrebbero investire in questo nuovo settore, neppure scegliendo di produrre carne sintetica solo per esportarla. Ma gli italiani potrebbero comunque trovarla al supermercato, perché importata da altri Paesi europei.

Nel resto del mondo è legale la carne sintetica?

I nuggets di Singapore

Per ora, i più curiosi e intrepidi che vogliono fare questa nuova esperienza devono necessariamente concedersi un viaggio a Singapore.

L’isola-città-stato è stato il primo paese al mondo che, nel 2020, ha concesso l’autorizzazione alla start up californiana Eat Just a portare sulle tavole dei suoi ristoranti i nuggets di pollo coltivato. Pare che adesso un piatto di tre degustazioni degli stessi costi all’incirca 20 dollari.

L’azienda americana, seguendo la procedura disciplinata dal Novel Food Framework del 2019, ha sottoposto all’attenzione della Singapore Food Agency tutte le ricerche e valutazioni di sicurezza della carne sintetica svolte prima di depositare la domanda per ottenere la concessione di vendita. I controlli hanno esaminato e riportato tutti i potenziali rischi per la sicurezza alimentare, la tossicità e l’allergenicità dei nuovi cibi, oltre alla sicurezza dei metodi di produzione.

Il pollo americano

Se per gli europei, come abbiamo visto, la strada è ancora incerta, per i 339 milioni di americani la possibilità di trovare al supermercato una bistecca coltivata in laboratorio si fa sempre più concreta.

Con nota del 16 novembre 2002, la Food and Drug Administration (FDA) ha concesso alla società Upside Foods l’approvazione del proprio pollo coltivato. Ma nel sistema americano, affinché un nuovo prodotto alimentare possa essere commercializzato, devono essere superate 3 fasi:

  1. la FDA valuta il processo di produzione proposto dall’azienda (creazione di linee cellulari, banche cellulari coltivazione delle stesse, ecc.) nonché del prodotto finale;
  2. il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti effettua il sopralluogo della sede della società per verificare la gestione del processo di produzione. Se l’esito è positivo la struttura viene registrata negli archivi del Dipartimento;
  3. una volta che il Dipartimento dell’Agricoltura emette il certificato/etichetta che attesta il superamento dell’ispezione, si ottiene il via libera definitivo.

Per ora sia la Upside Foods che la Good Meat Inc. (dal 27 marzo 2023) hanno superato solo il primo passaggio.