Uno dei problemi maggiori legati alla digitalizzazione dei servizi offerti dalle Pubbliche Amministrazioni e dagli enti privati è quello di disporre di sistemi di autenticazione sicuri e che permettano di verificare l’identità della persona alla quale corrisponde un determinato account utente. Con questo scopo, il Governo ha lanciato nel 2016 lo SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale – https://www.spid.gov.it), un servizio di autenticazione basato su credenziali di accesso (nome utente e password) rilasciate ad una persona dopo averne verificato l’identità personale.

L’identità digitale può essere richiesta presso un Identity Provider certificato (Register.it, Aruba.it, Sielte, TIM, Poste, Intesa Sanpaolo, Lepida e Namirial) ed è generalmente rilasciata in forma gratuita per le persone fisiche.
Attraverso questo sistema è possibile oggi accedere con una sola username e una sola password ai portali di numerose Pubbliche Amministrazioni e fruire dei loro servizi (tra cui l’app IO, indispensabile anche per il cashback, e per ottenere il Green Pass).

Nonostante l’utilità del servizio, esso ha stentato a diffondersi: dal 2016 al gennaio 2020 erano state rilasciate soltanto 5 milioni di identità digitali (meno del 10% della popolazione).
Il numero di utenti è raddoppiato nel primo semestre del 2020, complice il fatto che questo sistema era necessario per richiedere molti dei contributi pubblici erogati per sostenere i cittadini colpiti dalla crisi innescata dall’epidemia di Covid-19.

Misure di incentivazione all’uso dello SPID come identità digitale

Recentemente, il Governo ha adottato alcune misure per aumentare la diffusione di questo sistema ed accrescerne le funzionalità.
Dal 1° ottobre 2020, ad esempio, lo SPID è l’unico strumento di identificazione utilizzabile per accedere al portale dell’INPS e gestire i servizi online dell’ente previdenziale.

In un prossimo futuro, lo SPID potrà essere utilizzato come una firma digitale per sottoscrivere con valore legale documenti informatici.

Il decreto-legge “semplificazioni” ha inoltre previsto che lo SPID potrà essere utilizzato per accedere ai portali di online banking, ed essere utilizzato per  autorizzare operazioni di trasferimento fondi e pagamento.

L’Identità digitale potrebbe essere inoltre utilizzata da tutte le imprese private, sfruttando il valore legale che deriva dall’identificazione della persona e dalla firma attraverso questo sistema.

E voi? Siete tra i 50 milioni di Italiani che ancora non hanno SPID?