Dopo molti anni di incertezze, siamo arrivati ad una svolta: MPS si avvia finalmente verso la privatizzazione?

Lunedì 19 ottobre 2020 il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha firmato un nuovo DPCM che autorizza la scissione di circa 8,1 miliardi di Euro di NPL di MPS, nel rispetto degli impegni presi con decisione della Commissione Europea il 4 luglio 2017. Ora bisognerà attendere il parere della Corte dei Conti prima della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

Le ragioni e gli effetti di questa novità che avvia il processo di privatizzazione sono duplici:

  1. interrompere il sostegno dello Stato italiano nella partecipazione economica e societaria del gruppo Monte dei Paschi di Siena (di cui è socio dal 2017), in linea con il diritto europeo, tramite cessione o diluizione nell’ambito di un’aggregazione;
  2. creare una bad bank nazionale per recuperare i crediti deteriorati del gruppo, in crisi dal 2012.

La cessione delle azioni detenute dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, pari al 68% del capitale di MPS, non avverrà in un’unica soluzione, ma in più tranche progressive che potrebbero protrarsi sino al 2022, termine indicato dalla Commissione Europea per reimmettere il gruppo bancario italiano in regime di libero mercato.

Non mancano proteste e contrarietà. Parte della politica e dei sindacati temono la fuga di MPS all’estero, con la sua possibile acquisizione da parte di gruppi bancari non italiani, mettendone a rischio il legame con i risparmiatori toscani e il territorio.

L’operazione di privatizzazione di MPS e il ruolo di AMCO S.p.a.

Il funzionamento della bad bank ricalcherà quello già utilizzato nei primi anni Duemila per la crisi del Banco di Napoli. I crediti deteriorati (NPL) di Monte dei Paschi saranno ceduti ad AMCO S.p.a. (ex SGA S.p.a.), società di gestione e recupero di crediti deteriorati controllata al 100% dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, con prestiti e garanzie della stessa MPS e Banca d’Italia.

Verrà in particolare eseguita una complessa operazione di scissione non proporzionale (progetto Hydra), concordata anche con le autorità europee. In seguito è prevista l’emissione da parte di MPS di un bond “Tier 1 aggiuntivo” da 700-750 milioni, che dovrà essere acquistato per almeno il 30% dai privati e per la restante parte dal Ministero del Tesoro, che ha già accantonato le somme necessarie.

Nel corso degli anni Duemila AMCO S.p.a. è riuscita a recuperare circa il 90% dei crediti gestiti: la speranza è che sia un buon precedente per recuperare le pesanti perdite subite dal gruppo nell’ultimo decennio.

(Fonte immagine: Wikimedia Commons | Licenza CC)