Sul nostro magazine abbiamo più volte parlato dei modelli di crowdfunding che si possono scegliere per finanziare un progetto. In particolare, abbiamo visto come questo metodo sia spesso usato dai content creators.

Tra i vari modelli, il peer-to-peer lending permette di ottenere un finanziamento, in cambio di un interesse sul debito. Il modello equity-based permette di ottenere una quota del capitale d’impresa, divenendo un vero e proprio investitore dell’impresa. Il modello reward-based permette di ottenere in cambio della partecipazione, un prodotto (normalmente un’anteprima del prodotto per cui hanno avviato la campagna). L’invoice trading permette di gestire meglio la liquidità di un’impresa. Ultimo, il modello donation-based, permette di finanziare un progetto che normalmente ha un fine benefico, senza ottenere nulla in cambio.

Tuttavia, come si può scegliere il modello più adatto per il proprio progetto? Nei prossimi paragrafi vogliamo darvi alcune istruzioni, così da facilitare la scelta del modello di crowdfunding più appropriato per il proprio progetto.

La scelta del modello di crowdfunding per finanziare il proprio progetto: come effettuare la decisione?

Per trovare il modello più adatto ai loro progetti, i soggetti che vogliono finanziarsi devono capire esattamente quali sono i loro bisogni e quale modello sia il migliore per rispondere ad essi.

Primo passo: fissare un obiettivo

Il primo passo da fare è capire quale sia la somma di denaro da raccogliere con la campagna. Capire esattamente la somma deriva da uno studio ben pianificato del progetto e del budget. Quest’ultimo deve includere tutti i costi affinché il progetto possa essere sostenuto, prendendo in considerazione anche dei cuscinetti per costi non pianificati o pianificabili inizialmente. I potenziali raccoglitori di denaro devono considerare tutte le fonti di finanziamento da cui vogliono attingere per la realizzazione del progetto. Inoltre, dovranno decidere in che percentuale il crowdfunding andrà a coprire questi costi.

Gli ideatori della campagna dovranno inoltre stabilire quale sarà l’obiettivo minimo da raggiungere attraverso la campagna, per cui se non viene raggiunto, la campagna non prosegue. Inoltre, dovranno aggiungere anche degli ulteriori obiettivi nel caso in cui il progetto raccolga più denaro di quello stabilito. Questa indicazione degli altri eventuali obiettivi potrebbe spingere i potenziali investitori a dare altro denaro, e rendere la campagna di successo.

Una volta definito l’obiettivo minimo, i promotori della campagna devono capire se la somma che vogliono raccogliere sia una somma *relativamente* piccola o grande, analizzando le altre campagne del mercato in cui sono inserite. I creatori delle campagne devono quindi documentarsi su un contesto che è dinamico e in continuo cambiamento. Comprendere se la somma che si cerca sia piccola o grande, rispetto alle campagne del mercato in esame, può far capire quali sono le reali probabilità di successo della campagna e come gestirla al meglio. Più è ambizioso il progetto, e più rischioso, maggiori sforzi e risorse serviranno affinché esso possa essere portato a termine.

Secondo passo: pianificare l’uso delle risorse raccolte

Successivamente, si deve pianificare in maniera dettagliata come utilizzare i fondi raccolti. In questo modo sarà più facile informare le persone su quali saranno gli obiettivi della campagna di crowdfunding. Dare chiare informazioni su quali costi verranno coperti attraverso la campagna aumenta le probabilità di successo della campagna stessa.

Tra le varie informazioni minime da dare ci potrebbero essere, per esempio: il numero di pezzi prodotti attraverso la raccolta di denaro, il numero di persone che saranno assunte, il numero di persone aiutate, ecc.

Il modello di crowdfunding da scegliere se si chiedono piccole somme di denaro

Se l’obiettivo minimo stabilito dai raccoglitori di fondi è una somma relativamente piccola, bisogna stabilire se il progetto sia orientato al profitto o meno.

Progetti no-profit

Nel caso in cui il progetto sia no-profit, la decisione che rimane è se si darà qualcosa in cambio a chi dona i fondi o no.

Se il finanziatore della campagna non avrà nulla in cambio, allora è opportuno scegliere un modello di crowdfunding donation (tutti i dettagli nel nostro articolo dedicato).

Nel caso in cui invece gli organizzatori della campagna decidano di dare in cambio dei prodotti o servizi legati al progetto, allora si tratterà di un mix di modelli tra donation e reward-based. Lo scopo della donazione sarà sempre no-profit, e quindi con un obiettivo di beneficenza. Tuttavia, verrà restituito un prodotto o servizio come ringraziamento nei confronti dei donatori. Spesso questo tipo di campagne di raccolta fondi restituisce dei prodotti creati da gruppi sociali in difficoltà o marginalizzati. Questi sono gli stessi che beneficeranno del denaro raccolto, affinché possano avere la possibilità di avere un aiuto o riscattarsi.

Progetti orientati al profitto

Se il progetto è orientato al profitto, bisogna chiedersi quale sia il prodotto che si ha intenzione di produrre o fornire. Se i prodotti da produrre o fornire sono rivolti ai consumatori, spesso si consiglia di scegliere un modello di crowdfunding reward-based. Si sceglie quindi di dare in anteprima ai finanziatori il prodotto della campagna. Questo metodo permette ai creatori della campagna di identificare quale sia il segmento di mercato interessato, insieme alle loro preferenze. Grazie a loro possono anche osservare quali caratteristiche sia il caso di inserire, e a quale prezzo potrebbe essere meglio lanciare il prodotto sul mercato.

Un modello reward-based è adatto ad un progetto orientato al profitto. Tuttavia, il creatore della campagna non deve avere grandi difficoltà produttive ed essere abbastanza grande da riuscire ad inviare un reward anche a grandi distanze. Nel caso in cui si prevedano difficoltà nella produzione o nell’invio, sarebbe meglio fare ricorso alla micro-finanza sul web. Così, i finanziatori potranno ricevere piccole somme di denaro oppure anche nulla. Le somme di denaro che ricevono sono viste come una sorta di dividendo. Se invece il progetto genererà rendimenti che non restituiranno ai finanziatori, potrà essere reinvestito per l’ulteriore crescita del progetto.

Per le campagne orientate al profitto e rivolte ad aziende e governi, i promotori dovrebbero optare per un modello di crowdfunding equity-based. Quando tra i finanziatori vi sono aziende o istituzioni, tendenzialmente la compravendita viene fatta per grandi quantità di prodotti. Inoltre, un rendimento a livello di singolo individuo non avrebbe molto senso. Questi sono tra i principali motivi per cui sarebbe meglio utilizzare un modello di crowdfunding che sia equity-based. I rendimenti che di solito vengono dati ai finanziatori sono tariffe ribassate o il guadagno indiretto di un profitto (detenendo una percentuale di proprietà).

Il modello di crowdfunding da scegliere se vogliono raccogliere grandi somme di denaro

Quando l’obiettivo minimo è una grande somma di denaro, la scelta del modello da utilizzare deve essere effettuata a seconda della natura primaria del progetto. Se il progetto non è orientato al profitto, si considera che il progetto dia dei rendimenti “sociali”, dove con il termine “sociale” si intendono valori strettamente sociali ma anche umanitari e ambientali. Se il progetto, invece, è orientato a dei rendimenti finanziari, esso viene considerato un’opportunità di investimento.

Quando i progetti offrono dei rendimenti sociali, ciò di cui si preoccupa è capire chi siano gli individui che beneficeranno del denaro raccolto. Se il progetto andrà ad influire positivamente un gruppo di persone che condividono una missione o un bisogno, possono organizzarsi in forma cooperativa.

Quando i progetti invece si focalizzano sui ritorni finanziari derivanti da un’attività puramente commerciale, bisogna capire l’orizzonte temporale in cui i finanziatori riceveranno il loro ritorno finanziario. Se l’orizzonte temporale è di lungo termine, bisogna chiedersi quale sia il livello di rischio legato al progetto. Quando il rischio è basso, chi raccoglie il denaro dovrebbe considerare un modello di peer-to-peer lending. Se il rischio è maggiore, i tempi e i volumi dei flussi di cassa sono meno certi. In questo caso, chi raccoglie il denaro dovrebbe utilizzare un modello di equity crowdfunding, in cui vendere porzioni di proprietà del progetto stesso.

Altrimenti, se il progetto considera degli investimenti di breve termine per i potenziali finanziatori, la domanda da porsi riguarda il modo in cui i finanziamenti raccolti verranno spesi. Se il finanziamento è utilizzato per un investimento strategico per la crescita di un’azienda, allora si può utilizzare un modello peer-to-peer. Se invece il finanziamento è utilizzato per aumentare o gestire meglio dei flussi di cassa allora il modello da utilizzare dovrebbe essere l’invoice trading.

Quale modello di crowdfunding scegliere se la campagna è rivolta a singoli individui

Una buona parte dei volumi legati al crowdfunding deriva dai prestiti finanziari, un’altra buona percentuale è per il finanziamento di startup. Tuttavia, il crowdfunding può essere utilizzato per finanziare anche bisogni individuali, come spese mediche, rinnovamenti, eventi importanti.

Il primo aspetto da considerare, come precedentemente, è la somma di denaro che si vuole ottenere. I consumatori devono pianificare i costi associati all’attività di consumo a cui vogliono far fronte, insieme ai costi associati all’attività di crowdfunding. Nel momento in cui questi costi sono chiari, si può stabilire l’obiettivo minimo della campagna. Una volta stabilito l’obiettivo minimo, i raccoglitori di denaro devono valutare se la somma è grande o piccola relativamente alle altre campagne simili. Come già detto in precedenza, per valutare se la somma che si ricerca sia cospicua o meno bisogna fare una ricerca a livello settoriale nazionale o anche internazionale.

Campagne che hanno l’obiettivo di raccogliere somme ridotte

Se l’obiettivo minimo deciso per la campagna rientra tra le somme più piccole, ciò che bisogna considerare successivamente è lo scopo della campagna. Nel caso in cui il finanziamento serva per coprire costi di operazioni mediche dell’individuo che ricerca denaro, o simili, allora si dovrebbe scegliere un modello di crowdfunding donation-based. Se il denaro invece serve per attività di normale consumo, come la compravendita di elettrodomestici, restauro di una casa, o anche un matrimonio, allora si dovrebbe considerare il peer-to-peer lending.

Campagne che hanno l’obiettivo di raccogliere somme elevate

Qualora l’obiettivo minimo deciso da chi raccoglie denaro sia una somma più cospicua, bisogna considerare come verranno usati i fondi. Se il finanziamento è utilizzato per un investimento in capitale umano, come l’educazione, allora si dovrà considerare un modello di peer-to-peer lending. Ma se le somme invece sono orientate al consumo, bisogna capire se, come prima, servano a coprire delle operazioni o altro di importante per il benessere della persona. In questo caso, si segue ciò che abbiamo detto al paragrafo precedente.

Insomma, in generale è bene capire quale sia l’obiettivo minimo in termini di denaro, lo scopo per cui si crea la campagna e fare un’analisi della situazione a livello settoriale nazionale o internazionale. Chiedere a chi ha già fatto delle campagne di successo può essere decisivo per il successo della campagna stessa. La trasparenza, la ricchezza di informazioni e la scelta del giusto target possono essere la chiave per il successo del progetto.