Live Streaming Shopping o Live Streaming Commerce: è questo il nuovo trend del 2021?

Nell’immaginario collettivo quando si parla di eCommerce non ci si immagina più un sito internet, una fotografia del prodotto, un carrello e la possibilità di acquistare con un click. Il panorama delle vendite online si è ampliato a dismisura. Oggi, infatti, non solo è possibile acquistare parlando con uno smart speaker device, ma è anche possibile acquistare online vivendo esperienze più immersive.

Ed è proprio per soddisfare le esigenze del consumer che vuole sempre più essere al centro dei propri acquisti che nasce il Live Streaming Shopping.

Se siete fanatici dello shopping online, il Live Streaming Shopping sarà per voi già cosa nota. Se invece non siete al passo con i nuovi trend, questo è l’articolo che fa al caso vostro!

Live Streaming Shopping: una prima definizione

live streaming shopping image

Il Live Streaming Shopping è un nuovo modo di vendere online, grazie ad una esperienza inclusiva che porta il customer virtualmente in negozio, senza perdere il lato umano dello shopping.

In altri termini, il Live Streaming Shopping è una vendita a distanza in tempo reale, effettuata mediante l’ausilio di:

  • social network quali Instagram, Facebook, (configurando una forma di Social Commerce);
  • piattaforme specializzate come Amazon Live, Taobao Live, ecc.;
  • sistemi di instant message come Google Meet, Teams, Zoom, ecc.

Durante la diretta streaming vengono presentati i prodotti ed il loro funzionamento, ed ai partecipanti è fornita la possibilità di acquistare in tempo reale contattando un assistente specializzato tramite sistemi di live chat oppure completando il processo di acquisto autonomamente.

Dalla Cina all’Italia in un instant shopping

Il Live Streaming Shopping, o atecnicamente una televendita 2.0, ha spopolato in Cina durante il periodo di lockdown che ha costretto anche i fanatici degli acquisti in negozio all’interno delle mura domestiche.

L’esperienza immersiva, la possibilità di vedere provare il prodotto, l’interazione del promoter con il prodotto hanno spinto anche i grandi colossi dell’eCommerce a fare ingresso in questo mercato. La multinazionale cinese Alibaba per fronteggiare alle richieste dei consumer di “toccare virtualmente con mano” i prodotti ha creato una piattaforma di live shopping ad hoc: Taobao Live.

Non solo in Cina, ma in tutta Europa. Il Live Streaming Shopping è approdato anche nel mercato italiano grazie a Marlene, piattaforma interattiva “one to many”, rivolta a retailer e proprietari di eCommerce che, pur vendendo online, non vogliono perdere il lato umano degli acquisti.

I numeri parlano chiaro. Secondo una recente indagine di mercato di iMedia Reasearch, le entrate derivanti dal Live Streaming Commerce nel 2021 sfioreranno i 150 milioni di Euro.

Live Streaming Shopping: inquadramento giuridico

Se analizziamo questa modalità di vendita online noteremo sicuramente le similitudini con un modello di vendita a distanza ben noto: la televendita.

Quali differenze? Il mezzo attraverso cui la vendita è veicolata. Televisione per le televendite, Internet e il web per il Live Streaming Shopping.

I player coinvolti sono generalmente tre: l’acquirente, il venditore del prodotto e il proprietario della piattaforma (sempre che il proprietario della piattaforma di Live Shopping non coincida con il venditore del prodotto).

Quali sfide legali per il Live Streaming Shopping?

La normativa sulle vendite a distanza

La vendita online attraverso canali di streaming rientra nel novero delle vendite a distanza ed in quanto tale è necessario rispettare quanto indicato nel D. Lgs. 70/2003.

Quali obblighi per il venditore?

In particolare, il D. Lgs. 70/2003 contiene norme a garanzia del contraente in modo che possa fondare le sue decisioni contrattuali su scelte consapevoli in un clima di fiducia verso l’organizzazione di vendita.

Tra gli obblighi previsti nel caso di vendita in diretta streaming vi è l’obbligo del venditore di fornire tutte le informazioni essenziali per l’acquisto. Tra di esse:

  1. le principali caratteristiche del prodotto o del servizio;
  2. gli estremi identificativi del prestatore di servizi/del venditore (ivi inclusi i dati di contatto, tra cui l’email);
  3. l’indicazione in modo chiaro ed inequivocabile dei prezzi e delle tariffe dei diversi servizi forniti, evidenziando se comprendono le imposte, i costi di consegna ed altri elementi aggiuntivi da specificare;
  4. le modalità di conclusione del contratto.

Quali obblighi per la piattaforma di Live Shopping?

Non sempre venditore e proprietario della piattaforma di live shopping coincidono.

È pertanto necessario considerare in che ruolo si inserisce la piattaforma di live streaming, potendosi qualificare come:

  • mera fornitrice del servizio di streaming (ad esempio in caso di vendite utilizzando Zoom);
  • marketplace in cui ogni venditore terzo può promuovere e vendere in live streaming i propri prodotti. In tal caso la piattaforma di live streaming potrebbe operare come vero e proprio intermediario, fornendo essa stessa delle garanzie di affidabilità (ad esempio nel caso di Amazon Live);
  • vera e propria venditrice (ad esempio quando il proprietario del prodotto e della piattaforma coincidono).

Qualsiasi sia il ruolo della piattaforma di live shopping, questa dovrà comunque rispettare le previsioni di cui al D.Lgs. n. 70/2003 pur se con differenti obblighi e responsabilità.

Qualora agisca come vero e proprio venditore dovrà rispettare gli obblighi informativi di cui al D. Lgs. n. 70/2003, e così anche nel caso in cui si qualifichi come marketplace.

Nel caso in cui, invece, sia mera fornitrice del servizio di streaming, pur non sussistendo ad oggi obblighi ad hoc, potrebbero estendersi alla piattaforma di live streaming gli obblighi e le responsabilità previste per l’internet service provider secondo quanto indicato agli articoli 14, 15 e 16 del D. Lgs. 70/2003.

L’internet service provider

Con l’espressione internet service provider (“ISP”) si indica l’organizzazione o infrastruttura di natura imprenditoriale che offre agli utenti, mediante un contratto di fornitura, servizi inerenti a internet quali l’accesso al web e alla posta elettronica, la condivisione o memorizzazione di dati.

Ai sensi del D. Lgs. 70/2003, possono individuarsi, tre differenti ISP che differiscono per tipologia di servizio fornito:

  • provider c.d. mere conduit (ISP che svolge attività di trasmissione di informazioni);
  • provider c.d. “caching” (ISP che effettua attività di memorizzazione temporanea);
  • provider c.d. hosting (ISP che svolge attività di memorizzazione di informazioni).

Il regime di responsabilità dell’ISP

I principi generali che regolano la responsabilità di un ISP possono così riassumersi:

  • gli ISP non sono responsabili delle informazioni trattate e delle operazioni compiute dagli utenti che fruiscono del servizio, salvo che intervengano sul contenuto o sullo svolgimento delle stesse operazioni;
  • non esiste un dovere generale di vigilanza, per cui il provider non ha l’obbligo di sorvegliare le informazioni che trasmette o memorizza né di ricercare attivamente fatti o circostanze che indichino la presenza di attività illecite.

Gli ISP hanno, invece, il dovere di informativa e collaborazione con le competenti Autorità. In altri termini:

  • quando viene a conoscenza di presunte attività o informazioni illecite che riguardano un utente, deve informare senza indugio le autorità di vigilanza siano esse giudiziarie o amministrative);
  • deve fornire senza indugio, a richiesta delle autorità, le informazioni in suo possesso utili a identificare l’utente con il quale ha accordi di memorizzazione dei dati, al fine di individuare e prevenire attività illecite.

L’ISP risponde civilmente del contenuto dei servizi – cioè può essere obbligato a risarcire i danni subiti da terzi – quando, a fronte di una richiesta dalle autorità di vigilanza, non si attivi prontamente per impedire l’accesso ai contenuti, oppure non informi le autorità avendo avuto notizia del carattere illecito o dannoso di un contenuto.

Tutti questi obblighi, come detto, potrebbero estendersi alla piattaforma di live streaming.

Un caso di successo: come integrare il live shopping nel proprio eCommerce

Interazione con i prodotti, con i venditori-streamer e con i negozi. Sono queste le key word utilizzate da Motivi che ha lanciato in Italia la propria piattaforma di live streaming shopping.

Il brand del Gruppo Miroglio punta a fidelizzare i propri clienti grazie al live shopping ed in particolare a sessioni di dirette streaming ambientate e condotte all’interno di alcune boutique Motivi.

La chiave del successo di questa forma di eCommerce è il connubio tra l’interazione tra utente/venditore e prodotto grazie ad una live chat dedicata e la facilità di acquisto con un semplice click.

Non ci resta che connetterci alla diretta e let’s show shopping!