Acquistare con un click mentre si naviga sul proprio social network preferito è ciò che più si avvicina al Social Commerce, il nuovo trend legato all’eCommerce.

Acquistare online è sempre più facile. Non più solo piattaforme di eCommerce, vCommerce o gCommerce, in Italia (e in tutto il resto del mondo) è tempo di Social Commerce, o sCommerce.

Social commerce: una prima definizione

Il Social Commerce altro non è se non la possibilità che ha un utente di acquistare prodotti e servizi attraverso i social network, e allo stesso tempo condividere con gli altri utenti la sua esperienza.

I dati parlano chiaro! Le abitudini dei consumer sono cambiate e il fenomeno del social commerce ne è la prova! Già nel report “Digital in 2017” di “We Are Social” emerge con chiarezza che una persona trascorre una media di due ore al giorno sui social network.

Qual è stata la risposta delle realtà corporate a questo nuovo trend? Sfruttare la crescita del fenomeno degli acquisti online unitamente alla tendenza sempre più massiva della presenza dei consumatori – di tutte le fasce d’età, o quasi – sui social network.

E che cosa spinge utenti e consumatori ad essere sempre più connessi? La possibilità di condividere le proprie esperienze, anche quelle di acquisto.

Il Social Commerce non è quindi solo uno strumento per permettere l’acquisto di un determinato prodotto o servizio attraverso una piattaforma social, ma è anche veicolo per promuovere prodotti e servizi attraverso testimonial d’eccezione, gli utenti-acquirenti.

L’utente-acquirente acquista e condivide la propria esperienza d’acquisto. Il risultato? Clienti maggiormente fidelizzati e tantissimi testimonial (peraltro ingaggiati a titolo gratuito), che contribuiscono a consolidare il rapporto di fiducia tra cliente e azienda.

Social Commerce: esempi pratici

Instagram, Facebook, TikTok e ora anche Whatsapp: social network e social media al servizio del consumer.

Basta un click, uno swipe up, uno scroll per acquistare un prodotto. Non più la classica piattaforma di eCommerce o il classico marketplace. La customer experience è garantita.

Instagram: una vetrina per gli acquisti online

Tra i pionieri del Social Commerce troviamo Instagram, che da marzo 2018 ha introdotto la funzione Shopping, rappresentata da un’icona raffigurante una borsetta. Con un click sull’icona si possono ottenere maggiori informazioni sul prodotto e una esperienza di acquisto più immersiva, così rispondendo alle esigenze dei consumer.

Instagram shopping

Il tool Shopping permette di selezionare le fotografie da mostrare, taggare sino a cinque prodotti per immagine, aggiungere filtri e didascalie. Con un tap, gli iger (ossia gli utenti di Instagram) possono premere il tasto “Acquista ora”, e avere accesso ad informazioni quali il prezzo del prodotto e procedere all’acquisto.

Facebook Marketplace: uno strumento a disposizione di privati e aziende

Non solo Instagram, ma anche Facebook. Grazie a Facebook Marketplace, la sezione del social network dedicata alle compravendite tra utenti, è possibile mettere in vendita gratuitamente articoli di ogni genere: è sufficiente avere un account Facebook (qui trovi il nostro approfondimento dedicato).

social commerce Facebook

Facebook Marketplace non è funzionale solamente per gli utenti privati, ma anche per le realtà business.

Le aziende possono infatti usare Marketplace per mostrare l’inventario degli articoli in vendita, pubblicizzare il proprio punto vendita o i propri articoli o – addirittura – creare uno shop nella propria pagina aziendale, vendendo come azienda su Facebook Marketplace.

TikTok e la partnership commerciale con Shopify

Anche il colosso cinese TikTok si è aperto alla fine del 2020 al Social Commerce, stringendo una partnership con la piattaforma di eCommerce canadese Shopify. I venditori presenti su Shopify, creando un account TikTok Business, potranno fare ponte tra il social network e la piattaforma eCommerce per promuovere prodotti e servizi che andranno ad integrarsi con le brevi clip verticali di TikTok.

Non solo social network, ma anche social media: il caso WhatsApp

WhatsApp, l’app di messaggistica più nota dell’emisfero occidentale, ha lanciato la sua versione dedicata alle realtà corporate che permette alle aziende di utilizzare il canale di messaggistica per promuovere e commercializzare i propri prodotti (qui il nostro approfondimento sulle regole da seguire).

L’idea non è nuova. L’app cinese WeChat è per molti consumer d’oriente sinonimo di eCommerce. Chattare con il venditore, chiedere chiarimenti sui prodotti ed infine acquistare tramite un’App di messaggistica non sembra più fantascienza, ma una reality prossima anche in Italia!

Social Commerce vs Social Selling

Se la tendenza dei consumer è quella di acquistare online, e di farlo solo dopo aver navigato sulle pagine social dei vari brand di interesse, essendo oggi possibile acquistare direttamente tramite il social network la tendenza delle realtà corporate si è spostata verso il social selling.

Il social selling è un nuovo modello commerciale finalizzato ad acquisire clienti tramite le informazioni ottenute attraverso i social network.

Social network che diventano quindi strumento strategico essenziale per la creazione di una propria rete di vendita, la ricerca di potenziali clienti (i c.d. prospect) e l’abbandono di quelle pratiche di marketing aggressivo quali trasmissione di email di soft spam, invio di campioni di prodotto, o le ancor più classiche telefonate. E social network come canali per acquisire informazioni e creare nuove occasioni di business: dalle recensioni di prodotti e servizi su YouTube, ai commenti e alle segnalazioni su Twitter e Facebook, per passare con la condivisione degli acquisti effettuati su Instagram e TikTok.

Social Commerce: gli aspetti legali

La vendita di prodotti e servizi attraverso i social network è a tutti gli effetti una vendita fuori dai locali commerciali e in quanto tale è soggetta alle disposizioni di cui al D. Lgs. 70/2003 e del Codice del Consumo.

Le norme in materia sono poste a garanzia del contraente, in modo che possa fondare le sue decisioni contrattuali su scelte consapevoli. La consapevolezza delle scelte dell’acquirente è determinata anche dagli obblighi informativi cui è tenuto il venditore (ne abbiamo parlato approfonditamente in questo articolo).

Il venditore deve – nel caso di vendita a distanza – informare l’acquirente circa le principali caratteristiche del prodotto o del servizio; gli estremi identificativi del prestatore di servizi/del venditore (ivi inclusi i dati di contatto, tra cui l’email); l’indicazione in modo chiaro ed inequivocabile dei prezzi e delle tariffe dei diversi servizi forniti, evidenziando se comprendono le imposte, i costi di consegna ed altri elementi aggiuntivi da specificare; le modalità di conclusione del contratto.

Anche negli acquisti tramite social commerce, come in tutti gli acquisti a distanza, al consumatore deve essere garantito il diritto di recesso (o di ripensamento), che consente di restituire i beni acquistati senza fornire alcuna motivazione al venditore.

Sei una realtà corporate e vuoi vendere tramite i social network?

Se la risposta è affermativa, oltre all’assoggettamento alle disposizioni di cui al D. Lgs. 70/2003 e al Codice del Consumo, il venditore che vuole utilizzare come canale di vendita i social network dovrà attenersi anche alle obbligazioni contrattuali pattuite con il social network utilizzato per promuovere e vendere i propri prodotti o servizi.

Una attenta analisi delle condizioni generali del servizio o dei termini d’uso previsti da ogni social network sarà fondamentale per comprendere nel dettaglio i rapporti tra venditore e social network, nonché tra venditore e utente del social network.

Influencer e promozione tramite social network

Influencer e social commerce

Non solo. Qualora venissero utilizzati degli influencer per promuovere attraverso il social network i propri prodotti o i propri servizi sarà necessario, tra le altre, osservare anche le norme in materia di pubblicità tradizionale e, in particolare, il Codice di Autodisciplina Pubblicitaria e il Codice del Consumo (qui trovi il nostro approfondimento sull’influencer marketing).

È bene segnalare che la violazione dei principi di trasparenza e riconoscibilità può rappresentare una pratica commerciale ingannevole. Può difatti considerarsi illecita la condotta consistente nel dichiarare o lasciare intendere contrariamente al vero che un soggetto sta agendo quale consumatore e non nell’ambito di una attività oggetto di remunerazione.

L’influencer che agisce quale testimonial di un brand è tenuto a renderlo noto ai propri follower. In caso avverso, sanzioni pecuniarie amministrative possono essere comminate non solo al testimonial, ma anche all’azienda che si è servita della promozione operata dall’influencer.

Quali altri social network permetteranno di acquistare con un semplice click, tra uno scroll e l’altro? Non ci resta che attendere a suon di BUY BUTTON!