Il futuro della musica? NFT e blockchain. A dirlo non sono solo i “crypto-fanatici” avanguardisti, ma artisti, case discografiche e…udite, udite… la SIAE!

È forse giunta l’era della crypto musica? Ai posteri l’ardua sentenza!

Per ora godiamoci la NFT-song di Elon Musk, e, per restare tra i confini nazionali, la Premessa della Premessa di Marco Castoldi, in arte Morgan.

Il mercato musicale nell’era del Covid-19

La pandemia da Covid-19 ha mutato le abitudini della popolazione mondiale. Niente più musica dal vivo, concerti, serate in discoteca e festival musicali.

Cantanti, musicisti, producer e tutti gli operatori del settore hanno vissuto una vera e propria riduzione dei proventi derivanti dalla propria attività. Impossibilitati dall’esibirsi dal vivo e mossi da una concreta esigenza (ossia cercare nuove e alternative forme di revenue) gli artisti di tutto il globo hanno sperimentato il “mondo digitale.

L’accelerazione al settore della musica digitale derivante dalla pandemia globale ha dato ulteriormente il via alle piattaforme di streaming in abbonamento, ai meet&greet a pagamento, all’utilizzo di piattaforme online per corsi di canto, sino ad arrivare alla vera e propria innovazione di questo 2021, le aste di pezzi unici digitali, certificati tramite la tecnologie blockchain.

E mentre il Legislatore Europeo si affanna nel tentativo di attribuire ulteriori diritti ad autori ed editori con la Direttiva sul copyright, in tutto il mondo spopolano i Non-Fungible-Token (anche brevemente detti “NFT”) che a gamba tesa sono entrati nel settore della musica per rispondere ad una urgenza: monetizzare la musica secondo modalità fruibili da ovunque, anche dal divano di casa.

Che cosa sono questi tanto acclamati NFT?

Per comprendere quali evoluzioni, innovazioni o addirittura rivoluzioni possono portare la blockchain e gli NFT nel settore della musica è necessario comprendere che cosa sia un token e nello specifico che cosa lo qualifichi come un NFT.

Che cosa è un token?

Un token è un insieme di informazioni digitali all’interno di una blockchain (ne abbiamo descritto il funzionamento in questo articolo) che conferiscono un diritto a un determinato soggetto.

token si caratterizzano (generalmente) per

  • liquidità (possono essere trasformati in valuta FIAT, ossia in moneta legale, sia essa Euro, Dollaro o Yen, o in criptovaluta);
  • frazionabilità (permettono la suddivisione del valore in unità più piccole);
  • scambiabilità (consentono di effettuare compravendite);
  • immutabilità (le informazioni in essi contenute non sono più modificabili una volta inserite in blockchain).

Un token può inoltre essere fungibile (Fungible Token), non fungibile (Non-Fungible Token, o NFT).

Fungible Token sono quei token il cui valore può dirsi intercambiabile. Un esempio di token fungibile è la moneta: il valore di 1 euro è quello di qualsiasi altro euro, così come accade anche per il Bitcoin o l’Ether o per le altre criptovalute.

Che cosa è un NFT?

Un Non-Fungible-Token è un token che ha un valore unico nel suo genere e non è intercambiabile. La non intercambiabilità permette all’ informazione digitale registrata in blockchain di fornire una rappresentazione univoca di un determinato asset, sia esso reale o digitale. Un NFT è uniconon divisibile frazionabile.

Se analizziamo le classificazioni dei token succedutesi nel tempo – a partire dai provvedimenti della FINMA (ossia l’Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari della Svizzera) sino ad arrivare alle indicazioni di contenuti negli studi pubblicati dalla Banca d’Italia – appare difficile riuscire inquadrare i Non-Fungible-Token in un’unica categoria.

È, difatti, necessario osservare quale sia la funzione attribuita agli stessi nel momento in cui sono realizzati tramite smart contract (letteralmente contratti intelligenti, ossia codici informatici, che, al verificarsi di una specifica condizione, si eseguono automaticamente, rispondendo alla logica “if this, then that”).

I token possono, infatti, incorporare una varietà di diritti che ne determinano la differente qualifica in:

  • Asset token: rappresentano un determinato diritto su un bene materiale o immateriale;
  • Security token: rappresentano azioni, obbligazioni e in generale strumenti finanziari (vedi il nostro articolo sulla tokenizzazione degli asset);
  • Utility token: attribuiscono un diritto di accesso a beni o servizi.

Ora che i NFT non sono più “quegli sconosciuti”, è forse possibile comprendere perché si parla di rivoluzione del settore della musica.

NFT e musica: le prime applicazioni

Direttrice orchestra nft musica blockchain small

Non solo Arte e gaming, ma anche musica.

I Pros & Cons di blockchain e NFT nella musica sono sulla bocca di tutti. Gli impatti su tutti gli operatori della filiera sono evidenti.

Nessuno è escluso: dai musicisti alle case di produzione, dai promoter agli organizzatori di festival e concerti, sino ad arrivare ai fan.

I Fan. I NFT: uno strumento per ampliare le revenue nel settore della musica

Nell’era della musica in streaming (dove ben il 61% degli utilizzatori ha consumato brani attraverso piattaforme di video-streaming), dell’evoluzione del rapporto artista-fan (meno fisico e più virtuale), i NFT potrebbero essere idoneo strumento per accrescere la fan-base.

Già in passato sono stati creati tool per monetizzare i fan. Nel mercato ve ne sono molteplici. Tra questi si ricorda la startup innovativa Fanbase che con l’omonima applicazione ha lo scopo di creare una community di fan, equipaggiandoli con strumenti di monetizzazione della stessa fanbase.

E quale strumento migliore dei NFT per colpire la Gen-Z?

Artisti, musicisti e cantanti e case di produzione

Alcuni artisti hanno, infatti, rilasciato canzoni o addirittura interi album su piattaforme di marketplace per l’acquisto di NFT. Tra gli primi a farlo vi sono i Kings of Leon, che hanno rilasciato in versione NFT il loro ultimo album chiamato “NFT Yourself Album Edition”, e i Big Boys NYC, che hanno rilasciato il proprio album su Rarible.

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E ancora. Altri artisti non si sono spinti sino a commercializzare la propria musica tramite NFT, ma hanno sfruttato la tecnologia blockchain e i NFT per unire musica e arte visiva. Il progetto di Snoop Dogg, intitolato Journey With The Dogg, consisteva in artwork rappresentanti memorie dell’artista unite ad una traccia originale.

In Italia il fenomeno non è rimasto in sordina. Morgan è il primo cantante italiano a vendere NFT tramite il proprio sito internet. Come? Ha messo in vendita il certificato di proprietà su NFT del manoscritto della canzone “Altrove”, e ha offerto con l’acquisto del NFT anche la consegna fisica del manoscritto, un meet&greet e la partecipazione ad un concerto.

Anche Sfera Ebbasta, Shablo e Guè Pequeno sono stati “contagiati” dalla NFT-mania, in quanto tecnologia:

  • in grado di rendere uniche le creazioni digitali (anche quelle generalmente non commercializzata/commerciabili);
  • idonea a disintermediare le case di produzione.

Le case discografiche e le società di collecting

L’utilizzo della tecnologia blockchain potrebbe avere impatti positivi in termini economici per gli artisti che potrebbero vedere direttamente riconosciuti i proventi derivanti dall’ascolto delle proprie produzioni e degli effetti negativi per le case discografiche e le società di collecting (ossia enti che si occupano dell’intermediazione dei diritti d’autore e della raccolta e redistribuzione dei relativi proventi).

In particolare, grazie alla tecnologia blockchain, ai NFT e agli smart contract, gli autori potrebbero gestire direttamente i diritti derivanti dalle proprie opere, così disintermediando case discografiche e società di collecting.

Ujo Music è una piattaforma basata sulla blockchain di Ethereum, finalizzata proprio ad eliminare i player della filiera musicale, creando un rapporto diretto tra artista e fruitore del contenuto. La piattaforma permette infatti all’artista di pubblicare online la propria musica, incassando il 100% delle vendite senza commissioni.

NFT e musica: anche la SIAE è su blockchain

La tecnologia blockchain con le proprie peculiarità potrebbe essere un idoneo strumento per l’amministrazione del diritto d’autore, grazie alla creazione di database decentralizzati delle opere, così innovando e, perché no, migliorando l’attività di collecting, ossia di intermediazione dei diritti d’autore e connessi.

Nel primo trimestre del 2021, la SIAE (ossia la Società Italiana degli Autori ed Editori) ha annunciato il progetto congiunto con Algorand, finalizzato allo sviluppo di un nuovo ecosistema aperto per la gestione dei diritti d’autore basato su blockchain. Andando in tale direzione, SIAE e Algorand hanno iniziato a creare più di 4 milioni di NFT, rappresentanti i diritti dei quasi 100 mila autori associati a SIAE.

Grazie all’utilizzo della tecnologia blockchain e agli smart contract potrà essere possibile sia remunerare direttamente l’autore dell’opera, sia gestire le licenze di sfruttamento economico dell’opera da parte del titolare della stessa.

Che cosa faranno le altre società di collecting presenti nel mercato italiano? Chissà se anche Soundreef e Patamu approderanno su blockchain

Il servizio di ticketing

Non solo artisti e fan, ma anche ticketing. Il potenziale dei NFT nel settore del ticketing è evidente sia per i fan-acquirenti che per gli artisti, passando per le piattaforme di ticketing sino ai promoter degli eventi.

Sicurezza è la parola chiave per spingere gli acquirenti ad acquistare un NFT-ticket. Nuove forme di monetizzazione muovono, invece, musicisti, cantanti, compositori a rinunciare al classico biglietto cartaceo o all’ormai non più innovativo ticket online. E ancora, la parola d’ordine per le piattaforme di ticketing ed i promoter degli eventi è tracciabilità e connessione tra primary e secondary ticketing.

Il ticket del concerto dell’artista del cuore storicamente conservato nel portafoglio, potrebbe oggi essere un NFT ed essere un oggetto da collezione ad aprire così ad un nuovo mercato, quello dei collectible, scambiabili e monetizzabili.

Una realtà tutta italiana che ha colto le potenzialità dell’unione tra blockchain, NFT, musica e ticketing è la startup innovativa Tocket che sfruttando la tecnologia blockchain emette dei ticket (o meglio dei tocket) che altro non sono se non dei NFT. L’obiettivo? Minimizzare – se non addirittura impedire – il bagarinaggio. Secondo il CEO, Nicola Mei, “La blockchain migliora la sicurezza: questo è certo! Ma non solo: con essa ricreiamo digitalmente il fascino della collezione dei ticket come ricordo di esperienza”.

Grazie alla blockchain, il ticket assume più vesti. Non più solo mero titolo di accesso, ma anche oggetto collezionabile, “ricordo di esperienza” e strumento per contrastare il bagarinaggio.

Blockchain, NFT, musica e la lotta alla pirateria

 Il fenomeno della pirateria musicale (ossia la volontaria violazione del diritto d’autore con precisi fini di lucro o commerciali) ha da sempre proporzioni rilevanti e genera ripercussioni con impatti a livello mondiale.

Nel settore musicale, il fenomeno della pirateria può manifestarsi sotto forma di:

  • riproduzione non autorizzata, ossia duplicazione di un’opera musicale originale senza il consenso del titolare dei diritti con finalità di lucro;
  • contraffazione, ossia la creazione di contenuti del tutto identici all’originale immessi nel mercato come prodotti originali.

La pirateria, con l’avvento di internet e delle nuove tecnologie, complice l’anonimato, l’immediatezza della disponibilità dei contenuti e la facilità di diffusione della musica “illegale” ha registrato una crescita esponenziale.

Se con le piattaforme di live streaming il fenomeno ha leggermente subito una battuta d’arresto, con la tecnologia blockchain la lotta alla pirateria potrebbe non essere più un miraggio. In che modo? Ad esempio, inserendo un meccanismo di controllo automatizzato che tiene traccia della riproduzione, così da poter verificare che il contenuto sia riprodotto nella destinazione corretta (progetto sviluppato da Disney nel settore della filmografia).

O ancora, creando piattaforme di blockchain live streaming, come Opus o utilizzando dispositivi che supportano questa tecnologia, come lo smart speaker device di Volareo basato sulla tecnologia blockchain e sulle criptovalute (i Musicoin) che permette agli artisti di ricevere un corrispettivo mentre le proprie canzoni vengono ascoltate in streaming attraverso lo smart object. Tramite la tecnologia sviluppata da Volareo è garantita la trasparenza e minimizzato il fenomeno della pirateria.

To sum up…

Nessuno è escluso. Artisti, producer, case discografiche, società di collecting, piattaforme di live streaming e operatori del settore del ticketing, sino ad organizzatori di festival e concerti, per arrivare ai fan.

La filiera degli operatori del settore si innova, si plasma e si adatta alle nuove tecnologie. Grazie alla blockchain e ai NFT è possibile:

  • monetizzare canali altrimenti non monetizzabili;
  • incrementare la propria fanbase;
  • disintermediare o intermediare più efficientemente;
  • ridurre, se non addirittura abbattere, il fenomeno del bagarinaggio;
  • contribuire alla lotta alla pirateria;
  • e molto altro ancora…

 Non resta che attendere di scoprire quali sviluppi possiamo ancora attenderci!

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Vuoi saperne di più? SmartIUS ti propone il video integrale del webinar “Il futuro della musica: blockchain e nft?”, organizzato da Legal Hackers Milano per il Festival Globale “2021 Computational Law Festival”, moderato da Giulietta Minucci (Legal Hackers Milano e autrice SmartIUS), e con gli interventi, tra gli altri, di Davide Baraglia (direttore editoriale di SmartIUS) e di Lorenzo Nosari (Data Protection Specialist e autore SmartIUS)