*Questo articolo, che esamina le sfide e le opportunità legate all’uso dell’intelligenza artificiale negli studi professionali, ha vinto la prima edizione del concorso SmartIUS “New Legal Frontiers“, dedicata all’innovazione tecnologica in ambito legale, in cui è stata messa in palio una borsa di studio del valore di 500 € per l’iscrizione al Legal Innovation Master Lab” di The Future Law School.

 

Il futuro è adesso: l’avvento di ChatGPT

Il tempo in cui la gente pensava che l’intelligenza artificiale sarebbe stata capace di entrare negli studi professionali e redigere contratti da sola, stendere una memoria o un modulo fa già parte del passato, perché tutto questo è ormai già alle porte.

Ciò infatti sarà possibile grazie al nuovo vento di novità portato da una nuova forma di tecnologia rappresentata dalla chatbot ChatGPT. Essa è targata OpenAI, un’organizzazione statunitense senza fini di lucro di ricerca sull’intelligenza artificiale che mira a promuoverne una tale da essere al servizio di tutta l’umanità.

È noto che questo tipo di tecnologia, la chatbot, è già presente sul mercato da svariati anni e consiste in software che sono capaci di interagire con l’essere umano, soddisfacendo le esigenze più disparate, come creare contenuti o rispondere a delle precise domande.

La novità sorprendente è che ChatGPT è proprio il balzo in avanti che tutti si stavano aspettando dall’intelligenza artificiale, come ad esempio analisi, capacità di ragionamento, soluzioni del tutto inedite anche nel settore degli studi professionali.

Possiamo affermare con abbastanza sicurezza che l’intelligenza artificiale è in grado di riprodurre per filo e per segno l’intelligenza umana, fornendo risposte, talvolta, anche superiori. Ma la componente emotiva fatta di empatia, intuito che rende unico l’uomo? Sembrano chiedersi in molti. Potete mettere la mano sul fuoco che in men che non si dica il rapporto umano e quello con l’intelligenza artificiale, anche negli studi professionali, saranno pressoché identici; questo dato anche l’elevato numero di studi attualmente svolti in questa direzione.

Ora, questo scenario potrebbe mettere le ali ai piedi a taluni, ma far venire i brividi ad altri. Si tratta ancora di una prospettiva degna di una trama da grande regista fantascientifico e fatichiamo ancora a immaginare che tutto questo possa essere parte integrante della nostra quotidianità.

Come funziona ChatGPT

Ma se ci pensiamo, siamo nella stessa situazione di quella generazione di avvocati (prima di quella odierna) che mai avrebbero scommesso sul fascicolo telematico, sulle udienze via Zoom, sulle PEC, o, per finire, sull’escussione dei testimoni in videoconferenza. Sì, avete letto bene!

Per non parlare, poi, del sogno del giudice-robot che pronuncia sentenze grazie all’intelligenza artificiale. Cose dell’altro mondo, direbbe qualcuno. Come cosa dell’altro mondo sembrava fino a poco tempo fa un fenomeno oggi ormai consolidato: la trasformazione dello studio legale in un’attività imprenditoriale.

Alla base dell’intelligenza artificiale, come si sa, vi sono algoritmi, ma non è tutto. Vi sono infatti altre innovazioni come i software che si fondano allo stesso modo sull’intelligenza artificiale e mettono insieme dati per comprendere, elaborare e infine prospettare soluzioni. Mi riferisco al Machine Learning, capace di autoapprendimento e di modernizzare continuamente i mezzi di interazione.

È quello che accade se mai deciderete di rivolgervi a ChatGPT per rendervi conto delle sue incredibili funzioni. Sarà sufficiente collegarsi al sito di OpenAI e attivare il proprio account. Vi accorgerete molto presto che sembrerà non esserci un freno alle potenzialità di questo sistema. Potrete infatti passare dalla compilazione di documenti, alle risposte alle domande che avrete posto, fino alla correzione di un vostro scritto. Tale sistema, al pari di ogni Machine Learning, evolve quotidianamente grazie all’infaticabile assistenza di un team internazionale di esperti e sulla base delle richieste stesse degli utilizzatori. Ça va sans dire, diffidate dalle imitazioni! Vi sono infatti dei siti che si spacciano per l’originale.

Ma la vera domanda è: tutto questo è conciliabile con la professione di avvocato o corre su due binari paralleli che non si incontreranno mai?

Intelligenza artificiale e studi professionali

Ciò che ci aspetta risiede proprio nel fatto che il nuovo sistema di intelligenza artificiale, riferita agli studi professionali, che governa il ChatGPT permetterà ad una persona qualsiasi di predisporre un decreto ingiuntivo o di redigere un atto di citazione in completa autonomia.

Ovviamente, non dobbiamo creare troppi allarmismi in quanto tutto dipenderà dalla capacità dell’essere umano che interroga il sistema di fare le richieste esatte volte a ottenere il giusto risultato; cosa che non tutti saranno in grado di fare. Tuttavia, con ChatGPT sarà possibile ottenere qualsivoglia tipo di atto e qualsiasi risposta. Ma, giunti a questo punto, è doveroso rassicurare un po’ i Colleghi, perché al momento senza dubbio questo sistema di chatbot non può mandare in soffitta il lavoro dell’avvocato nei confronti dei propri assistiti.

È pur vero però che dobbiamo distinguere in tema di clienti. Se intendiamo il cittadino, quest’ultimo, a fronte di una prima consulenza, potrà capirci un po’ di più, ma non potrà sicuramente elaborare contenuti utili al proprio fine. Si rammenta, del resto, che la difesa tecnica, salvo qualche eccezione è ancora prevista per legge! Ma se intendiamo ad esempio i giuristi d’impresa, le cose cambiano. Infatti, per questa categoria di clienti, già in possesso di un background giuridico, ChatGPT significherebbe avere un “compagno” sempre per ricerche normative e di giurisprudenza, per i pareri e così via. È proprio sul terreno della consulenza che si giocherà la partita più importante e che solo il tempo ci rivelerà quando la sostituzione (speriamo il più tardi possibile!) dell’avvocato avverrà.

Chi veramente ne beneficerà nel mercato legale?

Passiamo quindi in rassegna tutti coloro che potrebbero trarre notevoli vantaggi da questa nuova tecnologia. Per primi gli studenti di giurisprudenza, che in ChatGPT potrebbero trovare un alleato nella preparazione degli esami, per poi passare ai praticanti avvocati che potrebbero di volta in volta valutare la propria preparazione. Quanto agli avvocati già maturi, per così dire, il sistema di chatbot potrebbe rivoluzionare il loro modo di fare ricerche, di stendere atti e produrre documenti processuali.

Spingendosi oltre, pensate alle doti di un simile sistema finalizzate alla predizione della decisione del giudice o a tutta l’attività di controllo degli scritti, o di combinazione di innumerevoli variabili. Figuriamoci se poi immaginassimo gli effetti prodotti da ChatGPT sul mercato legale o sull’organizzazione di uno studio legale. Non troveremmo più alcun limite.

Come anticipato, ChatGPT è un sistema in continuo apprendimento ad oggi circondato da entusiasmo e fermento, ma solo il tempo ci dirà come tale nuovo ritrovato tecnologico impatterà sulle nostre vite di esperti del diritto.